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Compito autentico o compito di realtà? Spiegazione ed esempi

Compito autentico e compito di realtà sono la stessa cosa? Non proprio: vi spiego la differenza.
compito autentico o compito di realtà?
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Compito autentico e compito di realtà sono la stessa cosa? Non proprio: vi spiego la differenza.

Perché si definisce “autentico”?

Si parla di compito autentico in riferimento ad una prova che permette al docente di effettuare una valutazione autentica: esso rileva se lo studente è in grado di unire conoscenze, abilità e usare risorse interne ed esterne per risolvere problemi complessi.

Si tratta di prove di valutazione che mettono in gioco competenze, che i ragazzi devono saper consapevolmente attivare per affrontare i problemi che sorgono in situazioni del mondo reale. In questo i compiti autentici si differenziano dai test scolastici tradizionali, che si limitano a rilevare conoscenze generali e astratte, difficilmente applicabili nella vita reale.

Ciò che rende un compito autentico è la complessità e la modalità con cui l’allievo è coinvolto nel processo: lo studente, infatti, deve essere messo nella condizione di attribuire un senso a ciò sta facendo, percepirne l’utilità ed essere pertanto motivato e interessato al raggiungimento di un certo obiettivo.

Il compito autentico può essere un compito di realtà

Il compito autentico può richiedere un fare manipolativo e corporeo o anche solo mentale; può essere un compito di realtà, e fare quindi riferimento al contesto concreto, ma non necessariamente.

Un compito può essere autentico anche senza avere un risvolto diretto sulla realtà.

A prescindere dal fatto che il compito sia più o meno realistico, affinché il compito possa definirsi autentico è indispensabile che gli studenti si sentano protagonisti attivi e motivati e messi nella condizione di impiegare conoscenze, abilità e risorse interne ed esterne per risolvere un problema ritenuto sensato e sfidante o rispondere ad un quesito complesso.

Il centro del discorso, come si legge in tutte le opere di Wiggins, sta nella
varietà e nella tipologia di processi mentali che sono coinvolti nei compiti, nella
gamma di conoscenze, abilità e competenze a cui possono ricorrere per rispondere
alla consegna, così come a quanto gli allievi considerino il compito sfidante
o, semplicemente motivanti.

Elisabetta Nigris, Valutare perché. La valutazione degli apprendimenti:
significati, modi, criteri OPPInformazioni, 124 (2018)

Cos’è il compito di realtà?

In conclusione, per semplificare al massimo, il compito di realtà è una tipologia di compito autentico.

Esempi

Es. Organizzare una gita per aiutare un’ipotetica classe di bambini, data una serie di vincoli (budget, partecipanti, tempi, km da percorrere) è un compito autentico.

Es. Se la gita che si organizza è quella che realmente si svolgerà a fine anno, ci troviamo di fronte ad un compito (autentico) di realtà.

Riferimenti

L’articolo è stato scritto facendo riferimento a questo estratto di Elisabetta Nigris, Valutare perché. La valutazione degli apprendimenti: significati, modi, criteri OPPInformazioni, 124 (2018). Vi lascio il link del PDF, ad oggi, 19/04/2024, liberamente accessibile. LEGGILO QUI

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1 commento

  1. Maestra Consuelo

    Ottimo articolo, chiaro ed esaustivo. I riferimenti accademici molto utili. Grazie per il link al PDF della prof.ssa Nigris!

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