Carissimi colleghi, per spiegare la leggenda in classe terza di scuola primaria ho elaborato questo percorso didattico utilizzando come sempre il mio amato Genially! Tale percorso è adatto per le classi dalla terza primaria in poi. La presentazione, interattiva e con spiegazioni parlate, contiene alcune leggende con attività di comprensione e riassunto e una mappa concettuale riassuntiva.
PER QUALI CLASSI? Adatto ai bambini dalla classe terza di scuola primaria in poi.
Per insegnare ai miei alunni di seconda della scuola primaria a scrivere la letterina a Babbo Natale ho creato questo percorso didattico sulla LETTERA su una presentazione Genially che contiene la spiegazione, le schede che ho realizzato, le foto dei quaderni ed una minilesson secondo il metodo del Reading and Writing Workshop (potete vedere l’indice dei contenuti nelle immagini di anteprima).
Di fatto ho introdotto la LETTERA INFORMALE sfruttando una situazione per loro molto significativa: l’arrivo del Natale e la scrittura della lettera a Babbo Natale! Vi assicuro che è stato un successo e che tutti i bambini sono riusciti con orgoglio a scrivere la propria letterina. Il percorso si presta ad essere utilizzato dalla classe seconda in poi!
Indice delle attività
Di seguito l’indice delle attività che troverete all’interno del Genially!
Carissimi, condivido con voi una presentazione genially per spiegare ai bambini della scuola primaria il discorso diretto e indiretto. Questo genially non è altro che la rielaborazione di una serie di attività che avevo proposto ai miei alunni di terza del ciclo precedente. In questa presentazione non ho potuto fare a meno di utilizzare i personaggi di quello che è senz’altro il mio fumetto preferito: i Peanuts!
Spero davvero che questa risorsa vi sia gradita! Fatemi sapere se avete suggerimenti nei commenti!
Sfoglia il genially
Per ingrandire il genially a tutto schermo clicca sulla freccia in basso a destra.
Ecco una scheda che ho creato per presentare la leggenda di Jack o’lanten. Adatta ai bambini dalla classe terza in poi. La scheda prevede attività di comprensione con domande aperte, un’attività sul significato delle parole che richiede l’uso del dizionario e un esercizio di riassunto e illustrazione delle sequenze della storia. Ovviamente tutte le attività proposte possono essere svolte direttamente sul quaderno (io ho dato solo il testo della storia).
Fatemi sapere se questa risorsa vi è piaciuta lasciandomi un commento o un like! 💖
Scarica la scheda
Ecco la scheda, siete pregati di rispettare le condizioni d’uso.
CONDIZIONI D’USO la scheda è gratuita ma è esclusivamente ad uso PRIVATO. Non è consentito il caricamento in gruppi Facebook o su altri siti. La condivisione deve essere fatta tramite link al mio sito web. Anche la modifica della stessa e la rimozione del logo non sono consentite.
Arrivati in classe terza della scuola primaria si presenta un nodo cruciale: come spiego il dizionario ai miei alunni? Lo sappiamo, non è facile, soprattutto per i bambini che hanno difficoltà. Ecco che alla seconda volta che mi trovo ad insegnarlo, ho deciso di elaborare una traccia che possa fungere da guida per gli insegnanti e che possa facilitare gli alunni negli apprendimenti, coinvolgendoli e invitandoli a scoprire le regole d’uso e le caratteristiche di questo fondamentale strumento.
Un video utile per prepararsi al meglio
Per prepararvi al meglio a svolgere le lezioni in classe vi suggerisco la visione di questo video di formazione, che personalmente mi ha aiutato molto! Nella descrizione del video potete anche scaricare le slides.
Il mio percorso
Nella presentazione che ho elaborato troverete tutto ciò che vi occorre per svolgere un percorso completo e graduale sul DIZIONARIO. Le attività sono state pensate per una classe terza della scuola primaria, ma sono adatte anche agli alunni di quarta e quinta. Per ogni voce dell’indice è prevista una spiegazione interattiva (gli alunni sono coinvolti nella scoperta delle regole e delle caratteristiche del dizionario). Seguono le attività da svolgere insieme alla LIM e sul quaderno. Per ogni sezione sono anche incluse tutte le schede di riferimento per svolgere le attività.
Visto il grande successo della precedente idea su POP IT e analisi dei nomi (se vuoi saperne di più leggi qui), ho ideato una nuova attività per esercitarsi sui verbi in modo divertente con l’ausilio di questo fidget toy!
Cosa occorre e come si gioca?
Per giocare ti servirà un pop it dieci per dieci (o anche solo questa scheda) e un dado. Scegli un’azione e un tempo e coniuga ciascun verbo in relazione alla persona indicata dal dado. Per ogni verbo coniugato correttamente esplodi una bolla. Puoi giocare da solo o insieme a un amico e vedere chi ne esplode di più!
Scarica la scheda in formato A3
Suggerimenti d’utilizzo: potete scaricare questa scheda e metterci sopra il vostro POP IT, oppure plastificare il foglio ed esplodere le bolle crocettandole con un pennarello da lavagna bianca.
CONDIZIONI D’USO la scheda è gratuita ma è esclusivamente ad uso PRIVATO. Non è consentito il caricamento in gruppi Facebook o su altri siti. La condivisione deve essere fatta tramite link al mio sito web. Anche la modifica della stessa non è consentita.
In questi giorni ho letto un nuovo libro. Mi è piaciuto molto e mi sento di consigliarne la lettura a tutti gli insegnanti, soprattutto a quelli giovani e appena usciti dall’università, ma anche a coloro che, nonostante i tanti anni di esperienza, sentono ancora il bisogno di riflettere, mettersi in gioco e provare nuove strade.
“La scuola sotto l’albero”
Il libro in questione, scritto dall’autrice Luciana Breggia e illustrato da Paola Formica, s’intitola “La scuola sotto l’albero” ed è una recente pubblicazione di Terra Santa Edizioni.
La trama in breve
In un villaggio, funestato da un cataclisma che ha sconvolto le abitudini degli abitanti, arriva un nuovo maestro, che comincia subito a fare tanti cambiamenti: le aule vengono ridipinte dai bambini a colori vivaci, mentre il prato sotto il grande albero dinanzi a scuola sarà l’Aula Magna dove si ritroveranno tutte le classi. Iniziano così le lezioni, che riguardano i saperi più diversi: dall’attenzione alle parole e ai mutamenti linguistici alla coltivazione di un piccolo orto; dall’illustrazione della sintesi clorofilliana all’affascinante storia dei numeri. Le lezioni di Natura insegnano la pazienza e l’attenzione verso il seme che germoglierà e la bellezza delle differenze. Le lezioni di Cielo si svolgono di sera, nelle notti primaverili, e i ragazzi sono invitati a osservare le costellazioni con un telescopio che il maestro ha installato sul tetto della scuola. La notizia dei metodi poco ortodossi del nuovo insegnante mette in agitazione alcuni genitori che un giorno decidono di andare a parlare a questo strano maestro…
Questo libro fa parte della collana “Gli aquiloni”.
Una lettura alla portata di tutti
Tra gli aspetti che mi sono piaciuti desidero menzionare il carattere ad alta leggibilità scelto per il testo, che facilita la lettura da parte di TUTTI i bambini. Le pagine non risultano mai troppo dense di parole, le righe e le frasi sono abbastanza brevi e le parole chiave del testo sono in grassetto e colorate con tinte vivaci. Il testo poi è corredato da splendide illustrazioni che ne supportano la comprensione.
La scuola laboratorio
Ma che scuola è quella presentata nel libro? Partirei analizzando la copertina stessa, che con una sola immagine ci offre una ricca anteprima di ciò che andremo a leggere: vediamo infatti il maestro sdraiato sull’erba insieme ai bambini, con lo sguardo rivolto al cielo… Sicuramente un’impostazione prossemica fuori dagli schemi che sottende una didattica altrettanto innovativa, attiva e puerocentrica. Il maestro, infatti, dotato di grande assertività, curiosità e spirito d’osservazione, parte proprio dai bambini, dai loro interessi, dalle loro capacità e dall’esperienza diretta per impostare dei veri e propri laboratori di apprendimento all’aria aperta.
L’impostazione laboratoriale, cooperativa e puerocentrica è il fulcro della scuola sotto l’albero, che ci riporta alla mente le vicende narrate dal grande maestro Mario Lodi ne “Il paese sbagliato”.
In questa scuola sotto l’albero, così come nella scuola di Mario Lodi, capiamo come l’esperienza e l’osservazione diretta siano alla base dell’apprendimento autentico. I bambini sono attivi costruttori delle conoscenze, chiamati a mettere in gioco talenti e capacità personali.
E anche se gli adulti storcono il naso e faticano a comprendere i metodi non convenzionali di questo nuovo insegnante, i bambini con interesse, curiosità ed entusiasmo piano piano imparano a guardare le cose con occhi nuovi, sviluppando conoscenze e competenze e l’essenziale capacità di cooperare in gruppo.
Alcune riflessioni: dal libro alla realtà scolastica
Quello descritto nel libro è un modo di fare scuola che richiede all’insegnante grandi competenze, voglia di mettersi in gioco e soprattutto tanto coraggio, perché uscire dalle righe non è semplice ma… può valerne davvero la pena.
Leggendo questa storia mi sono trovata a ripensare al mio percorso di studentessa universitaria e insegnante: inizialmente inconsapevole, fresca di università e di tanti concetti teorici spesso utopici, pensavo fosse indispensabile e non così difficile realizzare una scuola di questo tipo. Al termine del mio sesto anno di esperienza sul campo mi sono resa conto che invece così facile non è, ma credo fermamente che sia comunque fondamentale conservare unideale a cui tendere.
Forse non ci metteremo di notte sul tetto della scuola a guardare il cielo con il telescopio, ma potremo organizzare un’uscita al planetario con un esperto per mostrare il cielo notturno. Non inviteremo i genitori ad osservare la lezione per rassicurarli sui nostri metodi didattici, ma potremo avere cura di coinvolgerli tramite progetti, foto e video nella vita di classe, magari utilizzando proprio le tecnologie informatiche che abbiamo bene o male tutti imparato ad usare con la DAD.
Ovviamente la vicenda narrata è un quadretto idilliaco e rassicurante che risolve con un solo incontro i dubbi delle famiglie e che non considera l’infinita trafila burocratica sottesa ad ogni singola uscita o progetto,… Chi insegna da tempo ben sa che la realtà è spesso molto diversa: per cominciare, la routine di tutti i giorni- soprattutto dopo la pandemia- è più rigida, limitante e -al tempo stesso- più serrata e incalzante. Parliamo di scuola sotto l’albero che rispetta i punti di partenza e i tempi dei bambini e poi ci ritroviamo ad affrontare le prove INVALSI -così, giusto per dire- che invece impongono obiettivi standardizzati e tempi serrati per tutti (tenendo conto in minima parte delle difficoltà e delle peculiarità individuali).
Altro punto su cui mi trovo parzialmente in disaccordo è la mancanza totale di esercizio. Dico questo perché, a conti fatti, mi sono resa conto che la modalità laboratoriale è certamente stupenda ed efficace, ma richiede tempo e compresenze (soprattutto con classi eterogenee e numerose) e ci sono cose per cui un po’ di sano esercizio non può che giovare! Non possiamo certo pensare di affrontare tutte le discipline senza esercizi, dettati, componimenti… Ovviamente occorre la giusta misura ed una buona dose di creatività per rendere anche questi momenti di allenamento sempre più pregnanti e stimolanti, perché ancorati ai bisogni e agli interessi dei bambini e perché parte di più ampi compiti autentici, in prospettiva interdisciplinare.
Ciò che mi piace più di ogni altra cosa di questa scuola sotto l’albero, però, è il fatto che essa ponga alla base una figura adulta rassicurante e autorevole, capace di instaurare con i propri studenti una relazione educativa autentica, basata sull’ascolto e la fiducia reciproca. Le emozioni positive, in particolare la curiosità e il sentirsi accettati nel proprio modo di essere, sono il motore pulsante di ogni lezione e forniscono la spinta necessaria per un apprendimento che sia duraturo ed autentico.
Esperienza diretta, relazioni autentiche ed emozioni al centro: ecco gli ingredienti per far sì che questi bambini siano entusiasti all’idea di andare a scuola ad imparare e che costituiscono il mio personale obiettivo nella didattica in classe!
E voi avete letto questo libro o vorreste leggerlo? Condividete le mie riflessioni? Fatemi sapere nei commenti!
Quest’anno mi sono trovata a gestire un gruppo classe piuttosto impegnativo, con bambini che hanno faticato molto a gestire le emozioni e a relazionarsi con gli altri. Ecco perché nel corso dell’anno scolastico ho impostato diverse attività sulle emozioni e sulla gestione non violenta del conflitto.
Questa attività prevede la lettura di una storia inframmezzata da momenti in cui i bambini sono chiamati ad intervenire attivamente. La vicenda narrata è già di per sé molto incisiva; tuttavia credo che l’esperienza fatta in prima persona e il vedere gli effetti dei propri gesti possano aiutare i concetti ad imprimersi maggiormente nelle loro memorie.
MODALITA’ E MATERIALE OCCORRENTE
Per svolgere questa attività avrete bisogno di un’asse di legno, chiodi, martello e una pinza. Vi suggerisco di disporre i banchi a ferro di cavallo, in modo che i bambini possano guardarsi negli occhi nei momenti di conversazione proposti. Quando possibile, è consigliabile svolgere questa attività in compresenza.
Alcune foto
Scheda: storia e descrizione dell’attività
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Carissimi colleghi, vi condivido il mio cartellone dei nomi che ho appeso in classe per facilitare i miei alunni di seconda nel primo approccio all’analisi del nome.
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Vi condivido l’attività preparata per la mia classe seconda in didattica a distanza.
La prima fase è un dettato di parole con e senza accento, da scrivere nelle due colonne.
La seconda fase richiede agli allievi di identificare le PAROLE-AZIONE. Questa seconda parte è pensata per essere svolta in modo collettivo. I bambini sono spinti a ragionare sul fatto che le parole-azione senza accento appartengono al tempo presente; le parole-azione con l’accento possono invece appartenere al tempo passato o al futuro semplice.
L’attività è disponibile sia in corsivo che in stampato maiuscolo.
Attività in corsivo
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